Posted by admin on giugno 15, 2020
Interviene sulla scalata alla direzione generale dell’ESA (entro ques’anno). cui concorre legittimamente anche l’Italia, Enrico Ferrone su “L’Indro”
Ecco alcuni passaggi importanti dell’articolo:
il ruolo del DG dell’Esa non è genuinamente quello di occupare un posto di comando, e se è vero che gli è necessaria la più ampia conoscenza del settore, al futuro leader dello spazio europeo occorrono doti molto alte di diplomazia, di padronanza di geopolitica e la conoscenza di tutti quei meccanismi che regolano i negoziati internazionali, tipici di chi ha spiccata esperienza di guida di agenzie mondiali. E prima ancora, una rete di conoscenze che consenta una continuità di relazioni internazionali.
Ed ancora
“Dirigere l’Esa non è cosa facile, né bastano come credenziali aver soggiornato a bordo della Stazione Spaziale per una decina di giorni -quello è lavoro apprezzatissimo di astronauti e non di amministratori-, o aver partecipato senza molta fortuna a qualche competizione elettorale. Esa è un’organizzazione composta da 22 Nazioni europee, con circa 2.200 dipendenti, per lo più scienziati e ingegneri. Se poi contiamo i contractors che svolgono le funzioni assegnate, l’organico supera le 5.000 unità.”
L’Italia avrà un candidato, ma un punto di rischio è che, “si millantano più candidature nazionali: un diversivo che svilisce le speranze di successo e riporta quella che può essere una straordinaria opportunità a una inconsistente competizione per l’accaparramento di uno status di prestigio.”
Ed ancora:
“È necessario affidare il mandato a un professionista che abbia tutti i requisiti per guidare l’Esa, con idee innovative e adeguate al faticoso momento storico che ci avviamo a vivere.”
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