Difficoltà finanziarie dell’Unione europea nei programmi spaziali?

Secondo quanto si rileva anche da affari internazionali nella proposta di piano di finanziamento pluriennale presentata la scorsa estate dalla Commissione Europea per un arco temporale di 7 anni dal 2014 al 2020  sarebbe escluso il programma GMES.

E’ una decisione che  rischia di vanificare completamente il trattato di Lisbona  del 2007 che ha riconosciuto  lo spazio qualenuova politica sull’Unione.

Tanto per essere concreti  la Commissione dunque non disporrebbe  del suo bilancio pluriannuale per continuare il finanziamento di Gmes, che è ormai in fase pre-operativa.

Dovranno interessarsene  gli Stati membri che dovrebbero sostenere le spese del programma  su base nazionale evolontaria per un totale di 5800 milioni di euro complessivi.
Le ristrettezze finanziarie potrebbero preludere  ad un ripensamento dell’Unione europea sullapropria vocazione spaziale?

Se fosse così tornerebbero ad essere rivisitati i rapporti traUnione europea ed agenzia spaziale europea
tendenzialmente destinata a divenire un braccio tecnico dell’Agenzia.

Insomma il dedicit finanziario europeo potrebbe portare a considerevoli passi indietro sui programmi spaziali le cui  prospettive commerciali  ( telecomunicazioni, navigazione ed osservazioni della terra) sembrano tuttora molto incerte.
Ed allora?Non vi è dubbio che temi chiave come  come il rapportoistituzionale tra Ue ed Esa, o il finanziamento a lungo termine di programmi complessi, dovranno  essere affrontati  nuovamente in tempi abbastanza rapidi.

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