Le missioni spaziali di lunga durata possono alterare la struttura del cervello umano: le anomalie sarebbero legate all’aumento della pressione intracranica e ai problemi di vista sperimentati da alcuni astronauti.
Emerge da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine dalla neuroradiologa Donna Roberts, della Medical University of South Carolina.
I risultati confermano che nello spazio si verifica un restringimento del solco centrale che nella corteccia cerebrale separa l’area frontale da quella parietale: l’alterazione interessa il 94% degli astronauti delle missioni di lunga durata, contro il 19% di quelli impegnati in voli di breve durata. Le immagini mostrano anche uno spostamento verso l’alto del cervello e un restringimento dello spazio tra la parte superiore del cervello e il cranio.
Da questo stdio che sembra avere tutti i crismi della scientificità, emerge a nostro avviso come gli astronauti siano sostanzialmente delle cavie.
Sono studi che devono fare riflettere per il futuro in cui si programmano viaggi spaziali di lunga durata, colonizzazioni di Marte e così via.
Insomma gli astronauti sono delle cavie?