E’ nata la cooperazione strutturata permanente nella politica di sicurezza e di difesa della Ue.
I ministri della difesa di 23 Stati membri hanno firmato infatti la notifica congiunta sulla ‘Pesco’ e l’hanno trasmessa all’Alta rappresentante Federica Mogherini e al Consiglio. Gli Stati membri che hanno firmato la notifica congiunta sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna e Svezia. Restano fuori naturalmente il Regno Unito e poi Danimarca, Irlanda, Portogallo e Malta che potranno aderire in una fase successiva. Tra gli impegni comuni più vincolanti che gli Stati membri hanno concordato di assumere, anche l’aumento periodico in termini reali dei bilanci per la difesa.
Dopo che la Pesco sara’ stata istituita, gli Stati membri partecipanti dovranno concordare un primo elenco di progetti da realizzare insieme, che potranno riguardare settori quali la formazione, lo sviluppo di capacità e la prontezza operativa nel settore della difesa.
Lo sbocco piu’ ambizioso potrebbe essere l’istituzione di un quartier generale operativo.
Ma su questo i ’23′ procederanno a passi lenti, cominciando da progetti settoriali, come lo sviluppo comune di strumenti militari (carri, droni, satelliti, aerei da trasporto) o di altro tipo (ospedali militari).
Prossimamente la Ue si doterà di un fondo per sostenere l’industria europea della difesa che in prospettiva avrebbe 5,5 miliardi di euro all’anno.
Ma l’Italia ha firmato la nuova strategia in modo convinto?
Le industrie italiane della Difesa sono soddisfatte? Dalle audizioni tenurte presso il Parlamento italiano non sembra tutto positivo.