E’ bello guardare le stelle, ma non da precari.

 

L’Inaf, comè è riconosciuto da tutti, è un fiore all’occhiello della ricerca scientifica italiana
 Nel 2016 la rivista Nature l’ha posizionato al secondo posto nel mondo tra le 100 migliori istituzioni per le collaborazioni internazionali.
La Nasa era al sesto posto, l’Iit di Genova al quarantaduesimo.
E tutto ciò, malgrado il 40 per cento dei ricercatori sia precario (382 contro 581 a tempo indeterminato) e abbiano in media più di 40 anni. Per aggiungere incertezza alla precarietà, la quasi totalità di loro è vincolata all’approvazione dei progetti, che vengono finanziati dopo essere stati selezionati da apposite commissioni.
I lavoratori dell’Inaf si trovano quindi in un grave stato di precarietà e di disagio e manifestano contro i dirigenti.
Si risolverà presto questo stato di turbolenza nella ricerca astrofisica?

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