Programmi europei sempre più in salsa militare?

 Abbiamo dato ampio risalto già nei giorni scorsi agli aspetti militari dei programmi spaziali ed a tale proposito abbiamo parlato di deriva militare nello spazio.
Cogliamo l’occasione per approfondire ulteriormente la questione che investe in modo consistente ormai anche lo scacchiere europeo.
La Commissione Europea (EC), l’Agenzia spaziale europea(ESA) e l’Agenzia Europea per la Difesa (EDA), hanno concordato di unire le forze, allo scopo di sviluppare delicate tecnologie spaziali in Europa con il propositodi assicurare all’Europa la capacita’ di competere tecnicamente ed industrialmente nel campo dell’accesso allo spazio, in particolare per quanto riguarda i lanciatori e i satelliti.
Non può passare inosservato il fatto che l’agenzia europea per la difesa istituita nel 2004 a Bruxelles e l’agenzia spaziale europea, di comune intesa,abbiano stipulato rispettivamente con le società EADS e Indra due studi finalizzati alla definizione dell’integrazione dei servizi satellitari nel contesto della difesa europea.
E’ nata così uno stretto coordinamento tra le due agenzie europee che metteranno assieme le proprie conoscenze civili e militari nello scenario europeo cioe per la definizione di una “roadmap”per lo sviluppo di servizi integrati militari, civili e connessi alla sicurezza europea,
E’ un fatto nuovo che negli anni addietro sarebbe stato considerato addirittura inopportuno in un ambito ove gli aspetti civili e militari erano considerati in modo distinto e separabile.
Non dobbiamo dimenticarci infatti che l’agenzia spaziale europea aveva addirittura il vincolo di interessarsi solo di programmi civili ed analoga missione avevano le agenzie nazionali e tra queste l’agenzia spaziale italiana.
Ma gli eventi sono rapidamente mutati nel corso degli anni e in particolare l’avvento dei satelliti duali ha avuto un impatto determinante nello scenario europeo.
Cosa ci riserverà quindi il futuro europeo?
Anzitutto sempre più si rafforzerà il principio secondo il quale l’ESA diventi il braccio tecnico strumentale della Unione europea con ovvie e complesse ripercussioni anche a livello di giusto ritorno”geopolitico” per le industrie europee.
Parallelamente l’ESA dovrà mettere al servizio dell’Agenzia per la difesa europea il proprio apporto tecnologico.
E’ uno scenario per molti versi ancora imprevedibile su cui sono necessarie adeguate riflessioni politiche anche a livello nazionale.
Sempre più peseranno quindi anche nei governi nazionali i Ministri della difesa e di ciò bisognerà tenerne debito conto.

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