“La struttura di Ponte Morandi ha iniziato a deformarsi in modo significativo dal 2015 e negli ultimi mesi di vita della struttura il movimento è aumentato. Sono queste, in sintesi le risultanze di uno studio del Jet propulsion laboratory di Pasadena coordinato da un ricercatore italiano”
Lo studio che sarebbe stato inviato alle procure competenti è anticipato in questi giorni dai principali quotidiani nazionali.
In ASI il coordinatore del Programma Cosmo SKymed afferma invece (vedi Corriere della sera) che “non essendoci una filiera.l’analisi si può fare solo a posteriori”.
Secondo quanto posto in evidenza anche dal MIUR il sistema COSMO-Skymed è in grado di misurare lo spostamento degli immobili al decimo di millimetro.
Va peraltro rilevato che il responsabile di Cosmo-Skymed è anche coautore dello studio di Pasadena.
Il fatto importante è che la Procura di Genova, secondo quanto riportato dai media, potrebbe proprio oggi avviare una rogatoria internazionale agli Stati Uniti d’America l’acquisizione dello studio della NASA.
Appare opportuno ricordare inoltre che l’ASI negli anni scorsi nell’ambito del programma Cosmo-Skymed ( il cui costo supera di molto il miliardo di euro) ha finanziato moltissimi progetti applicativi di telerilevamento come ad esempio anche quelli per lo studio del tappeto erboso dei campi da golf.
Avrà coordinato quindi anche studi applicativi per approfondire la tematica della previsione dei crolli dei ponti?