Le attività spaziali e le loro strategie sono a ragione all’attenzione delle maggiori testate giornalistiche del mondo
E’ una vera svolta epocale infatti la decisione assunta da Obama
Come ampiamente anticipato nei giorni scorsi da diverse fonti giornalistiche, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha deciso in sintesi di fare marcia indietro sul programma Constellation della Nasa, l’agenzia spaziale americana. Si vanifica così la prospettiva di un ritorno sulla Luna entro il 2020, come avrebbe voluto l’ex-presidente George Bush. La cancellazione del programma Constellation fa parte della proposta di budget per il prossimo anno fiscale, che dovrà essere approvata dal Congresso Usa ma che è stata ieri ufficializzata e annunciata dall’amministratore della Nsa Charles Bolden.
Per affrontare una seconda missione umana sulla Luna sarebbe servito un budget extra di 3 miliardi di dollari all’anno per la Nasa, come specificato nel recente rapporto Augustine. sviLa crisi economica rende difficile in questo momento per gli Usa affrontare una spesa simile. Alla Nasa, Obama ha comunque promesso un miliardo di dollari in più all’anno per i prossimi cinque anni, che si andranno ad aggiungere ai 18 miliardi annui già destinati alla principale agenzia spaziale del mondo. L’addio al programma Constellation implica l’abbandono dello sviluppo della capsula Orion e del vettore Ares che avrebbero dovuto sostituire gli space shuttle, prossimi al pensionamento.
Non subirà invece modifiche il programma di sviluppo e utilizzo della Stazione spaziale internazionale Iss, assicurato fino al 2020.
L’altra importante novità del nuovo corso della Nasa riguarda il coinvolgimento dei privati. Obama è favorevole alla proposta di affidare il trasporto spaziale verso l’orbita bassa a soggetti privati da cui la Nasa acquisterebbe servizi, opportunità che permette di contenere i costi e offrire un’alternativa allo shutle per i voli in orbita Leo.
La svolta come si menzionava prima è veramente epocale perchè suggella un fermo definitivo ai programmi di esplorazione spaziale ed in particolare a quella lunare che rispondevano, a mio avviso, ad una logica essenzialmente politica, per certi verso oggi anacronistica in tempo ormai lontani dai blocchi contrapposti della guerra fredda.
Si concentra giustamente maggiore attenzione su temi applicativi orientati ad una migliore conoscenza del globo terraacqueo in cui viviamo ed al tempo stesso si focalizza l’attenzione sui progetti di tecnologia avanzata che rappresentano un reale sviluppo con ampie ricadute in tutti i settori. Non meno interessante è la volontà di affidare il trasporto spaziale a soggetti privati.
Insomma le attività spaziali,nella prospettiva, dovranno essere sempre meno finanziate dagli organismi pubblici ed invece sempre più dovranno essere appannaggio dei privati
E tutto ciò avrà ripercussioni non indifferenti a livello internazionale in uno scenario in cui si consolidano come protagonisti Paesi una volta emergenti, ma ora non più ,come Cina e Giappone.
L’Esa e la Comunità europea dovranno fare la loro parte e razionalizzare le spese al pari del partner americano
E l’Italia ? Continua ad avere un budget governativo non irrilevante nell’ambito degli Enti di ricerca e pertanto potrebbe dotarsi di una strategia coerente aperta a collaborazioni significative dal punto di vista qualitativo in cui vengano definitivamente abbandonate le logiche dei finanziamenti a pioggia che contraddistinguono purtroppo da anni il mondo della ricerca italiana.