Il nuovo corso della politica spaziale europea ed il coinvolgimento dell’Italia.

Il 4 aprile 2011 può definirsi una giornata cruciale per la politica spaziale europea.
Infatti il Vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria, ha dichiarato tra l’altro in linea con quanto già sancito dal trattato di Lisbona, nella sede dell’ESRIN di Frascati dell’ESA  che: “Lo spazio è una risorsa strategica ai fini dell’indipendenza dell’Europa, della creazione di posti di lavoro e della competitività”. Ed ancora per questo va potenziata la politica spaziale europea, per utilizzare al meglio le opportunità sociali ed economiche che offre all’industria, in particolare alle PMI.

Condizione necessaria per raggiungere questi obiettivi è mantenere in Europa un accesso indipendente allo spazio ed in tal senso dovrà essere definita una politica spaziale europea con specifico riferimento al rafforzamento del programma di navigazione Galileo, al programma di osservazione della terra GMES, al sistema di sorveglianza della stazione spaziale.Tutto ciò comporta anche il perseguimento di una politica industriale spaziale elaborata in stretta collaborazione con l’Agenzia spaziale europea e con gli Stati membri.L’Europa inoltre non dovrà chiudersi in sè stessa, ma dovrà proseguire il dialogo con i partner chiave, gli Stati Uniti e la Russia, e anche con altri paesi come la Cina che dispongono di capacità spaziali.Insomma siamo di fronte ad un’ambiziosa politica spaziale a tutto campo che sia parte integrante della politica estera dell’UE in cui dovrà esservi necessariamente il pieno coinvolgimento dei Paesi europei.E l’Italia? E’ preparata ad affrontare questa “svolta europea” in modo adeguato? Presenta un’idonea struttura spaziale affrancata dagli altri Paesi ed in particolare dalla Francia che detiene il 75% dell’azionariato della Thales Alenia cui sono dedicati i maggiori finanziamenti da parte del Governo italiano?Forse è giunto il momento che i responsabili dello spazio italiano  prendano atto del nuovo corso dell’Europa Unita ed avviino subito una radicale revisione del piano spaziale nazionale che, come già abbiamo osservato in precedenti articoli, risulta più che altro una sommatoria di programmi molte volte non adeguatamente inserite in un contesto organico.

 

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