Lo Shuttle e la ricerca italiana

Lo Shuttle, prima di andare in
pensione ed entrare in qualche museo (si
è già aperta la competizione ), porterà in orbita molta Italia forse la
settimana prossima
Non soltanto vi sarà infatti l’astronauta italiano ma anche un caricoutile scientifico, fiore all’occhiello della ricerca italiana e frutto di
contributi essenzialmente da parte della università e delle piccole
imprese
Il payload scientifico, include tra l’altro: ‘ENOS’ (Electronic NOse for Space exploration) che è un ‘naso
elettronico’ costituito da un array di sensori chimici per monitorare lcaratteristiche dell’aria all’interno dell’ISS e segnalare eventuali anomalie e la presenza di agenti inquinanti
‘APE’ (Astronaut Personal Eye), che prevede la realizzazione di unmicroveicolo per impiego spaziale utilizzabile sia all’interno, sia all’esternodi veicoli orbitali
‘Night Vision’ che si propone di studiare la capacità di resistenza allostress spaziale di mutanti genetici dell’alga unicellulare ‘ChlamydomonasReinhardtii’, considerata una pianta modello per studi fotosintetici, che
accumula differenti quantità di pigmenti maculari.
Sono stati scelti sulla base di un bando scientifico (announcement of opportunità) emesso dall’Agenzia spaziale italiana che ha avuto il ruolo di “collettore” di tutti questiesperimenti suscettibili di sviluppi applicativi sulla
terra..
Sono degli auspici interessanti e spiace che siano stati etichettati,almeno sembra,anche come “ strampalati” probabilmente da qualche conduttoretelevisivo nel corso di una trasmissione con rappresentanti dell’ASI.
Se fosse così sarebbvero peccato dovuto anche a difetto di comunicazione e ciò non aiuta certo nella sensibilizzazione degli uomini comuni alla conoscenza del settore  spaziale.

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