Molto spesso al consetto di tecnologie avanzate è associato quello militare. E’ bene ogni tanto parlare di tecnologie satellitari al servizio della pace e del rispetto dei diritti umani.
Lo fa Amnesty international che da circa 10 anni che utilizza questa tecnologia: lo fa in tutte quelle occasioni nelle quali non riesce ad entrare nei Paesi, perché le viene negato e le viene impedito l’accesso.
In secondo luogo, ci sono delle situazioni che dall’alto si vedono meglio e anche ad una ricerca fatta a terra, in modo accurato, potrebbero sfuggire. .
L’utilizzo dei satelliti è iniziato da parte di Amnesty quasi 10 anni fa con un progetto chiamato “Eyes on Darfur”, che aveva proprio l’obiettivo di far vedere dall’alto immagini delle devastazioni che venivano causate dall’esercito del Sudan, dei crimini di guerra e dei villaggi che, in primo set di immagini, risultavano esistenti e, in un secondo set di immagini, – magari scattate due mesi dopo – risultavano inesistenti ovvero c’erano soltanto delle macchie bruciate.
Perciò attraverso rilevazioni eseguite in periodi differenti si può verficare la situazione reale di un territorio come la presenza o meno di unità militari, di pezzi di artiglieria, di armamenti, di armi pesanti. Il tutto per scopi umanitari e non bellici-
Un plauso al lavoro di Amnesty al servizio della pace!