L’industria spaziale italiana presto in orbita transalpina?

In questo blog più volte ci siamo soffermati sul fatto che la Thales Alenia abbia come principali azionisti  i francesi  con l’inevitabile conseguenza che consistenti finanziamenti governativi vadano in Francia.

Non è un caso isolato perché nel mosaico industriale si inserisce un’altra “preoccupante” tessera :infatti la società Avio che detiene il maggiore azionariato della ELV, società compartecipata dall’Agenzia spaziale italiana, capocommessa per la realizzazione del lanciatore Vega, possa essere comprata dalla società francese SAFRAN, che gia’ aveva tentato di acquisire la società Avio nel 2003 tramite la filiale Snecma.

Questa ipotesi d’acquisto è riferita da un autorevole organo di stampa francese.

La notizia non è né confermata né smentita dalle fonti industriali
interessate.

Se a tutto ciò si aggiunge la precaria situazione finanziaria della
società Telespazio che da giorni ha avviato la procedura della cassa integrazioni per molti dipendenti, il quadro dell’industria italiana si fa preoccupante.

 

Non va dimenticato tra l’altro che la Telespazio è il maggiore azionista della società e Geos dedicata alla commercializzazione dei dati Cosmo-Skymed,con costi finora giudicati alle stelle da parte di alcuni soggetti come le piccole imprese di Matera dove è la sede legale di e Geos.

Se poi anche la telespazio fosse ceduta dalla Finmeccanica alla Francia,
cosa accadrebbe?

Ma queste sono soltanto illazioni.

Una cosa è certa : è imperativo rivisitare, alla luce dell’evoluzione industriale, la politica spaziale industriale del Paese,se  si vuole  evitare di
entrare nella sfera d’influenza francese e perdere ogni autonomia.

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